lunedì 27 maggio 2013

Sos Greyhound: un vita dignitosa per i levrieri a fine carriera


Al Parlamento europeo l'iniziativa di alcuni europarlamentari per garantire ai levrieri "a fine carriera" la corretta applicazione della legislazione europea in tema di benessere degli animali

di Oscar Grazioli, Tiscali.it


Il levrière (o levriero) è un cane di antico lignaggio. Il famoso "veltro", null'altro era che un cane da caccia, magro, agile e velocissimo identificabile con uno dei tanti levrieri che oggi conosciamo. Il termine è caduto in disuso, ma viene ricordato per una famosa profezia che Dante pone all'inizio della Divina Commedia, nella quale il veltro rappresenta dunque l'azione di Dio contro la cupidigia (la lupa), così come il levriere è una delle razze più stimate in assoluto, tanto che il Saluki (Levriere persiano) era l'unico cane a potere entrare nella tenda del beduino, in quanto era di fondamentale importanza per la caccia alla veloce gazzella. Come è noto infatti, nella religione musulmana, non è consentito toccare o farsi toccare dal cane, considerato animale impuro (tranne appunto il levriere).

Il levriere, o meglio i levrieri, sono stati quindi, fin dall'antichità, un formidabile aiuto per l'uomo nel procurarsi il cibo ed è per questo che numerosi casati di sangue blu hanno onorato questi cani effigiandoli nel loro stemma, quasi sempre con il collarino. Ben diversa è la sorte di questi meravigliosi frutti della natura, in età contemporanea. Li chiamano “di fine carriera”: sono i Greyhound e i Galgos, con un passato fatto di proprietari che li hanno tenuti in vita giusto per sfruttarli per la caccia (in Spagna) o per le corse, in Gran Bretagna, Irlanda e altri paesi europei.


Non una carezza, non un sentimento non dico d'amore, ma di pietà verso questi gioielli di armoniosa bellezza, spremuti fino a diventare degli “stracci viventi” nelle corse anglosassoni o nella tradizione venatoria ispanica. Metà dei nati viene “scartata” vale a dire uccisa da subito. Crescendo, un quarto degli esemplari rimasti è invece eliminato perché inadeguato alle aspettative di chi li ha fatti nascere. Sono esemplari sfruttati, maltrattati, costretti a una vita brevissima con un epilogo triste di abbandono e morte. Se, girando per alcune zone della Spagna doveste incontrare un cane impiccato, è sicuramente un Galgo che non andava bene a caccia oppure a fine carriera. Questa è la sorte che spesso i proprietari iberici riservano ai Levrieri che non servono più a nulla.

In tutto il mondo sono sorte decine di associazioni che cercano di riadattare e collocare questi cani. Sos Levrieri è forse la più famosa, ma anche la comunità di S. Patrignano si presta a questa opera meritoria. Un mio caro amico e collega aveva adottato un Greyhound che aveva corso per anni sulle piste irlandesi. Cane di indole buonissima, dolcissimo con chiunque, ma inflessibile con qualunque “preda “ si muovesse velocemente davanti a lui. Era talmente imprintato sulla falsa lepre che la sua convivenza con i gatti di casa era impossibile. Appena uno si muoveva, lui partiva come un fulmine  per morderlo. Alla fine fu adottato da una persona che non aveva animali.

La sorte di questi levrieri è all'attenzione di un gruppo di europarlamentari, capitanati dall'on. Michèle Striffler (Ppe) che intendono garantire per loro la corretta applicazione della legislazione europea in tema di benessere degli animali. Per vincolare la commissione, il testo dovrà essere sottoscritto da almeno 350 parlamentari. Tra quanti hanno aderito, ci sono gli italiani Andrea Zanoni, Sonia Alfano, Gianni Vattimo (Alde) e Iva Zanicchi (Ppe). Auguri a loro e ai levrieri.

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