sabato 23 giugno 2012

In risposta a qualche commento sullo Heidegger di Faye

In risposta ai commenti giunti al post "Heidegger, nazismo e filosofia"

Perché Faye e non altri più attendibili? Credo sia perché fa più scandalo, sembra una "scoperta" (dell'acqua calda) che smove una certa ortodossia che - giustamente - considera Heidegger un classico da cui non si può prescindere; e poi corrisponde di più all'ondata di "nuovo realismo" che alcuni filosofi o pseudo tali cavalcano aiutati dalla stampa "indipendente", la stessa che crea il mito di Monti e poi lo ritrova nei sondaggi... Insomma si tratta di assecondare un ritorno all'ordine "atlantico", che si giova anche della caccia al nazista per riaffermare il buon diritto del mainstream "occidentale", spacciandolo per il solo punto di vista "umano". Quanto all'errore di Heidegger troppo "greco", la mia tesi è che Heidegger, scegliendo Hitler nel 1933, ha ceduto a un vecchio mito della cltura tedesca tra Sette e Ottocento, che vedeva nella Germania la vera erede della grande tradizione europea proveniente dalla Grecia pre-classica. Ma nella stessa filosofia di Heidegger, che ha sempre sostenuto che l'essere stesso non si dà mai in presenza, ma sempre solo come altro dall'ente, ci sono i principi per evitare di identificare una determinata civiltà - quella greca preclassica o quella tedesca nazista che pretendeva di riprodurla - con la vera civiltà umana. Quello di Heidegger nazista è dunque anzitutto un autofraintedimento, che proprio in nome dei suoi principi va rifiutato e gli va rimproverato.

Che poi la filosofia per essere valida debba sapermi indicare le ragioni per cui il nazismo è disumano è un discorso più complesso: dovrei supporre che una filosofia possa e debba essere "vera" in modo definitivo. Questo lo pensavano i vincitori della Seconda guerra mondiale, lo pensa Bush quando bombarda l'Iraq per affermare il "vero" diritto degli iracheni alla democrazia, lo pensa l'occidente che si crede legittimato a colonizzare e dominare il mondo in nome della propria verità. Io so che - viste le mie esperienze e ciò che condivido con i miei "prossimi", concittadini, amici, compagni politico-culturali e religiosi di cui  mi fido - non devo essere nazista. Sarà la verità assoluta? Se lo credessi, diventerei un pericolo pubblico per tutti quelli che non la pensano come me, un fanatico, appunto un nazista, sia pure di colore diverso. Heidegger scelse male i propri compagni di strada. Condizionato, anche se non giustificato, dalla situazione disperata della Germania della sua epoca. Noi lo sappiamo e abbiamo il dovere di tenerne conto; ma non come se fossimo Dio...

Gianni Vattimo

5 commenti:

Giorgio Ansan ha detto...

Egregio Professore, ritengo che se qualcosa può essere rimproverato ad Heidegger, essa sia semplicemente quella di aver svolto la sua meditazione sull'uomo e sull'umanesimo senza aver condotto una adeguata meditazione sulla struttura concettuale portante del linguaggio il che gli ha impedito di pervenire a quella comprensione originaria, pre-antropologica, dell'uomo che da essa scaturisce, situazione comune peraltro ad almeno il 90% degli uomini.
Comunque, tra brevissimo tempo, gli irreversibili ed inesorabili rendimenti descrescenti della gigantesca bolla di energia fossile, che ha consentito l'espansione smisurata della specie umana e un tenore di vita particolarmente elevato per l'occidente cristiano, si manifesteranno in tutta la loro distruttiva potenza innescando una spettacolare contrazione delle attività economiche che destabilizzerà i sistemi politici e sociali del pianeta e avrà effetti devastanti sulle possibilità di sussistenza di gran parte della popolazione mondiale. Il che forse consentirà a molti uomini, sopratutto quelli che si dilettano di filosofia, di acquisire, in assenza di una comprensione originaria dell'uomo, almeno una chiara comprensione antropologica (e cioè termodinamica) dello stesso.
Cordiali saluti

Giovanni ha detto...

Lei, Vattimo, è davvero un buontempone: si è sempre spacciato per un filosofo ateo e invece...
lei “sa che non deve essere nazista”, ma non sottoscriverebbe che questa sia la “verità assoluta”, perché se lo credesse, cioè se credesse nell'Assolutezza della sua verità, sarebbe ineluttabilmente un nazista; ma lei è anche certo, ce lo dice poche righe prima, che il giudizio di “disumanità” sul nazismo non può essere dato definitivamente dal pensiero umano.
Non c'è ovvero, apprendo da quanto dice, nessuna “verità” umana e la “sua” filosofia non ha alcuna possibilità di assumere come appartenente al proprio “genere”, al proprio “modo”, quanto di umano fosse compiuto dagli uomini, come non ha possibilità di espellere quanto di disumano dagli uomini fosse compiuto.
Apprendo anche che lei, Vattimo, crede che esista la possibilità di una “verità assoluta”, impossibile da raggiungere per ogni “umano”, ma pensabile, con non ben definita probabilità, come nazista.
Non essendo filosofo, ma architetto, non mi permetto di valutare “quanto” sia filosofo - mi limito a confessarle che mi pare che lei consideri la filosofia ben misera cosa; come ateo le dirò che l'impressione che ricevo è quella di una persona piuttosto “credente” in un qualche “dio assoluto”.

P.S.1
Mi pare che lei da qualche parte affermi che il pensiero debole sia il meno totalitario che ci sia in giro: non vorrei incrinarle una qualche verità assoluta, ma durante gli ottanta, alla facoltà di architettura, ho vissuto anni in una dittatoriale morsa del pensiero e dell'immaginazione, perpetrata da una schiera di professori ed assistenti perfettamente allineati, mortiferi epigoni di quel pensiero là.

P.S.2
Riconosco che quella dell'autofraintendimento e quella della scelta dei compagni sbagliati sono davvero spassose.

Anonimo ha detto...

Carissimo Vattimo,
mi trova completamente in accordo su Heidegger. Ho letto quasi tutte le sue pubblicazioni, ma non so se ho saltato qualcosa.
Va bene la filosofia del pensiero debole, dove nessuna Verità è assoluta altrimenti si arriverebbe ai sistemi dittayoriali (semplifico enormemente il concetto ovviamente), però ciò che non riesco a capire se è vero che lei è un Credente (cristiano), perchè in tal caso, visto che ogni religione ha la propria Verità Epistemica, cioè Assoluta, non riesco proprio ad immaginarLa cattolico-cristiano.....oppure la mia informazione che Lei è Credente è errata ?
La ringrazio anticipatamente di una Sua gentile risposta.

Sono e mi firmo: Paolo Nesi da Forte dei Marmi (LU)

Anonimo ha detto...

Carissimo Vattimo,
sono ancora Paolo Nesi. Potevo pensare di leggere qualcosa su di Lei in Wikipedia a proposito del suo tipo di religione, ma non dice poi molto.
Nel finale di Wikipedia c'è scritto che Lei ultimamemente ha apprezzato la Chiesa Valdese.
Wikipedia inoltre dice che lei conosce bene René Girard di cui anch'io sono rimasto affascinato e di cui ho letto TUTTE le opere. Tuttavia nemmeno di Girard capisco la sua posizione di cattolico (addirittura !)
Se Cristo è la Redenzione ed è venuto, col suo sacrificio, a salvare l'Umanità, com'è che poi questa Umanità non mi sembra così "salvata" ? E se il Suo sacrificio doveva essere l'ultimo, com'è stato poi che proprio nel nome Suo (Cristianesimo) si sono perpetrata le più terribili nefandezze fino ai giorni d'oggi (pedofilia dei preti ecc ecc.) ?
Come fa Girard, dopo tutti i suoi scritti, tra cui La Violenza e il Sacro, a continuare ad affermare di essere cattolico ?

Cordiali saluti...Paolo Nesi

Gottfried Treviranus ha detto...

La tesi del fraintendimento non tiene conto della stretta amicizia tra H. e Eugen Fischer, capofila dell'igiene razziale nazista e delle vicende del trio per molit versi anche infernale Jaspers-Heidegger-Arendt molto radicato nell'eugenismo d'elite dell'epoca. La tesi del fraintendimento poi non tiene conto della pur porduttiva, ma grave malattia bipolare di H. - e dei legami di questa malattia coi meccanismi centrali del nazismo.