venerdì 16 luglio 2010

Benedette radici

Benedette radici
di Gianni Vattimo

Il bel libro su papa Ratzinger del tedesco Alan Posener ("La crociata di Benedetto", Garzanti, pp. 214, euro 15,60), presenta un particolare interesse perché, piu di molti altri che si sono pubblicati in questi anni, ha il merito di collocare Benedetto XVI sullo sfondo della sua specifica cultura: ovviamente cosmopolita come quella di un grande teologo del nostro tempo, ma anche segnata da particolari caratteri legati all'ambiente di origine. Così, è illuminante il capitolo in cui l'autore ricostruisce l'idea ratzingeriana di democrazia richiamando l'influenza che ha avuto su di essa il pensiero di un cattolico tedesco, Ernest-Wolfgang Boeckenfoerde, il quale teorizza che uno stato democratico secolarizzato non si regge senza avere alla base una concezione normativa dell'uomo che esso stesso non può fondare né riconoscere.

È il concetto di un fondamento "prepolitico" della democrazia a cui spesso certo pensiero politico cattolico ricorre per giustificare le sue pretese di un riferimento a valori e principi che stanno al di sopra del potere di decisione di qualunque elettorato. È una tematica che recentemente è sembrata affascinare anche Habermas, e che contiene la base della "crociata" ratzingeriana contro la modernità e contro tutte le aperture del Concilio Vaticano II.

Non è dunque sorprendente la simpatia del papa per movimenti di comunitarismo cattolico come quello che l'autore illustra in uno dei capitoli conclusivi del libro: dove l'autorità della comunità non deriva dal consenso dei singoli, anzi si impone sopra e contro di loro, in nome di una legittimità proveniente solo dalla tradizione. Non è difficile vedere qui l'idea che guida Benedetto XVI non solo nella sua visione della società umana, ma anche nella sua pratica di supremo pastore della Chiesa.

L'espresso, 02 lug 2010

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