sabato 21 novembre 2009

Inserire l’acqua nell’agenda dei negoziati di Copenaghen sul cambiamento climatico

Ecco un'iniziativa che sostengo e che mi piacerebbe sosteneste anche voi:

Inserire l’acqua nell’agenda dei negoziati di Copenaghen sul cambiamento climatico
UN’INIZIATIVA DEL WORLD POLITICAL FORUM

Proposta per un accordo globale per una sostenibilità effettiva

- L’insostenibilità dell’attuale sistema di produzione e di consumo è il risultato sia della crescente rarefazione delle risorse naturali - acqua inclusa - sia dell’aumentato squilibrio nell’accesso ai beni e servizi essenziali e insostituibili per la vita fra esseri umani, gruppi sociali, comunità e paesi.
- È anche una questione di sicurezza regionale e globale, poiché la penuria di risorse idriche porta sempre più a tensioni e potenzialmente a grandi conflitti. Oggi l’insostenibilità è fondamentalmente legata ad una proprietà e ad un uso insopportabili, ingiusti e irragionevoli delle risorse, specialmente dell’acqua.
- Insieme all’aria, al sole e alla terra, l’acqua è un elemento essenziale per la vita. Non c’è vita senza acqua. Il diritto alla vita significa il diritto all’acqua e de facto l’accesso ad essa per tutti.

A queste condizioni,

CHIEDIAMO CHE

La questione dell’acqua venga inclusa come tale nell’agenda dei negoziati della Conferenza di Copenaghen (COP 15).

Riteniamo che i grandi negoziati in corso a livello globale sul futuro dell’Umanità e della vita sul pianeta Terra non possano essere dedicati esclusivamente ai problemi del cambiamento climatico e dell’energia. Per più di 3 miliardi di persone, i problemi più critici sono il cibo, l’accesso all’acqua e la salute. Un nuovo trattato mondiale sul clima, l’ambiente e lo sviluppo deve includere nella sua agenda l’acqua come tema centrale.

La Conferenza di Copenaghen concordi sulla decisione di aprire un processo multilaterale basato sull’ONU per il periodo 2010-2012 per la definizione e l’approvazione di un Protocollo Mondiale sull’Acqua.

La comunità internazionale dispone di tutta la conoscenza e l’esperienza necessarie sul piano politico, economico, sociale, scientifico e tecnico per adattare tale protocollo, grazie in particolare all’importantissimo lavoro svolto dalle agenzie ONU negli ultimi 30 anni in termini di analisi, identificazione e selezione dei problemi, buone pratiche, iniziative, tecniche di misurazione, valutazione e previsione.

La Conferenza di Copenaghen riconosca la necessità e l’urgenza di un Patto Mondiale sull’Acqua, tradotto concretamente in un Protocollo Mondiale sull’Acqua. A questo scopo, la Conferenza dovrebbe sostenere la creazione di una “United Nations Water Authority” (UNWA), strumento efficace per una cooperazione partecipata a livello mondiale nel campo dell’acqua.

L’UNWA assicurerebbe il monitoraggio della situazione riguardo all’uso e al consumo dell’acqua e promuoverebbe la prevenzione/soluzione delle dispute internazionali relative all’acqua. L’UNWA dovrebbe essere dotata di una reale autonomia rispetto agli interessi economici, finanziari e commerciali privati, nonché agli interessi dei paesi più potenti.

Qualunque sottoscrizione in supporto dell’iniziativa da parte di cittadini, organizzazioni e istituzioni, sarà benvenuta. Si prega inviarla a secretariat@theworldpoliticalforum.org.

3 commenti:

LinMatt ha detto...

Caro On.Vattimo,
questa iniziativa è certamente lodevole perchè molto utile. Mi permetto di aggiungere che, alla luce dell'ennesimo esproprio di questo governo dell'acqua che sarà data ai privati, occorre una iniziativa europea con la quale si riaffermi che essa non dev'essere fonte di speculazione e di reddito per pochi ma, come risorsa essenziale alla vita delle persone, deve rimanere pubblica.
Un caro saluto,
Lino Mattaliano
IDV - Piemonte

Gianni Vattimo ha detto...

Bene, Lino. Mi raccomando, firma anche tu. Europa: beh, in fondo quasi tutto nasce da lì. Siamo noi, che come al solito, andiamo in direzione contraria...

LinMatt ha detto...

Caro On. Vattimo, certamente ricorderai, ma lo scrivo per comodità tua e di legge che "La risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2006 ha dichiarato “l’acqua come un bene comune dell’umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l’accesso all’acqua alle popolazioni più povere entro il 2015 ed insiste affinché “la gestione delle risorse idriche si basi su un’impostazione partecipativa e integrata che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua a livello locale e in modo democratico”.

Inoltre, la risoluzione del Parlamento europeo dell’11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno – priorità 2003-2006 – affermava, al paragrafo 5, “essendo l’acqua un bene comune dell’umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”.
Lino Mattaliano
IDV-Piemonte