domenica 10 maggio 2009

Il filosofo Gianni Vattimo e l’attualità del ‘suo’ pensiero debole

(da Il Sannio Quotidiano, http://www.ilsannioquotidiano.it/article.php?sid=47343&mode=thread&order=0)
“Il più grande filosofo del mondo”, la presentazione che Gaetano Cantone ha fatto di Gianni Vattimo, ieri, al Liceo Classico Giannone, nel primo incontro organizzato da “I Giannoniani”, neocostituito consesso di ex allievi dell’istituto. Un incontro che si inquadra in un complesso di attività con le quali dimostrare la vitalità della cultura classica, ha osservato, la dirigente Maria Felicia Crisci. Gianni Vattimo, per nulla intimorito, dalla presentazione di Cantone, ha sviluppato con chiarezza la relazione intitolata “Il pensiero debole come pensiero dei deboli”. Ha osservato come il pensiero debole parta dalla constatazione che nel mondo contemporaneo, caratterizzato dall’apporto paritetico di più tradizioni culturali, non è più possibile costruire un sistema che contenga in sé una metanarrazione (concetto proprio al teorico della postmodernità, Jean Francois Lyotard) complessiva dell’esistente, con una descrizione autoritaria e totalizzante del sapere e dell’universo. Fatto che si traduce in una lezione di metodo generale, valida sia nei giudizi politici (laddove non possono ammettersi sistemi totalitari) e sociali, che per la ricostruzione di un nuovo approccio interpretativo sull’esistente. Che accetti l’idea della debolezza, dell’impossibilità di fondare categorie concettuali assolute e veda l’essere umano e la società come processi in divenire, con la ricerca di regole di coesistenza ispirate a carità e rispetto reciproco. Un pensiero – provocazione di Vattimo – che vuole salvare la Chiesa dalla deriva negativa assolutizzante (non esistendo assoluti che sovrintendano al reale e dunque paradigmi etici inviolabili sempre, tali da non rendere ammissibile ad esempio l’eutanasia) che la connoterebbe. Una lezione apprezzatissima, intervallata da continui applausi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Leggendo la definizione di "pensiero debole" mi e' parso di capire che il concetto si riassuma nell'inutilita' di cercare verita' assolute in quanto esistono solo verita' relative ognuna a suo modo condivisibile.
Il mio dubbio e', come puo' rivendicare le sue idee comuniste, e quindi contrarie al capitalismo, quando lo stesso affermare che il capitalismo e' sbagliato e' una presa di posizione su una verita' che si crede assoluta?